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I sacramenti (19): Mangiate e bevete – quando Cristo viene nella comunità

Fino ad ora, la nostra serie relativa ai sacramenti nella Chiesa di Cristo si è occupata del Santo Battesimo con acqua. Cambiamo adesso tema per parlare della Santa Cena. Qual è la posizione neo-apostolica a questo proposito?

 
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La Santa Cena è, insieme al Battesimo con acqua, una sacramento che ritroviamo in tutte le Chiese cristiane. Non si celebra solo una volta, ma molte volte – nella Chiesa Neo-Apostolica, è celebrata durante ogni servizio divino, in altre Chiese meno spesso. I contenuti che collegano le Chiese a questo sacramento presentano importanti differenze, ragion per cui non esiste ad oggi celebrazione comune della Santa Cena tra le differenti confessioni.

Istituita dal Signore stesso

“Credo che la Santa Cena è stata istituita dal Signore stesso, in memoria del suo sacrificio unico, pienamente valido, delle sue amare sofferenze e della sua morte. La degna partecipazione alla Santa Cena ci garantisce la comunione vitale con Gesù Cristo, nostro Signore. La Santa Cena si celebra con pane azzimo e vino; queste sostanze devono essere consacrate e distribuite da un ministro incaricato dall’apostolo”, dice il cristiano neo-apostolico nella sua professione di fede. Tuttavia, il significato di sacramento non può essere individuato in modo esauriente dalla dottrina e in modo razionale, ciò che di solito è valido per tutte le azioni salvifiche di Dio. Questo è strettamente legato al mistero della persona di Gesù Cristo. Nella Santa Cena, la realtà di Dio e la sua sollecitudine verso gli uomini diventano immediatamente sperimentabili.

Che il suo nome sia Santa Cena, Eucaristia, Cena del Signore o rompere il pane – ogni volta, si parla della stessa cosa: Gesù Cristo ha lui stesso introdotto la Santa Cena nella cerchia dei suoi discepoli. Con le parole: “Fate questo in memoria di me”, il Signore dà mandato e potere ai suoi apostoli di festeggiare la Santa Cena nel modo in cui lo ha fatto lui stesso.

La liturgia della Santa Cena

I momenti importanti hanno bisogno di preparazione: dopo la predica e il perdono dei peccati arriva il punto culminante del servizio divino. La comunità celebra la Santa Cena – un avvenimento grandioso, eccezionale per il partecipante al servizio divino. Vengono pronunciati pensieri che portano alla propria consapevolezza e al pentimento, viene cantato un inno di pentimento dalla comunità, si prega insieme il “Padre Nostro”, è data l’assoluzione ed è pronunciata la preghiera di lode e gratitudine.

Seguono allora momenti di silenzio, di attesa. Questo tempo è utilizzato per scoprire gli strumenti liturgici, i calici della Santa Cena, in modo visibile e percettibile. Questo si fa nella calma più assoluta e con grande dignità. Nel senso figurato, è adesso che si apre il “sancta sanctorum”: è rivelata la natura della Santa Cena. E la comunità deve viverlo coscientemente contemporaneamente.

La tavola del Signore è pronta

Il sacerdote apre le braccia, stende le sue mani benedicenti sopra i calici e pronuncia con dignità queste parole della formula di consacrazione: “Nel nome di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, consacro pane e vino alla celebrazione della Santa Cena e vi depongo il sacrificio unico, eternamente valido, di Gesù Cristo. Poiché il Signore prese del pane e del vino, rese grazie e disse: Questo è il mio corpo che è dato per voi. Questo è il mio sangue, il sangue del nuovo patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. Mangiate e bevete! Fate questo in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Amen!“

Gesù Cristo è venuto nella sua Chiesa. Tramite le parole del sacerdote, si aggiungono al pane e al vino il corpo e il sangue di Cristo. Dio è veramente presente, è realmente presente!

Le parole di consacrazione sono essenzialmente scritte in I Corinzi 11, 24-26. L’apostolo Paolo vi cita le parole di Gesù descrivendo il contenuto della Santa Cena dal principio. Consacrare significa togliere il pane e il vino dal loro utilizzo abituale. La pronuncia delle parole di istituzione rende possibile la presenza nascosta del corpo e del sangue di Cristo nella natura visibile del pane e del vino. Il pane e il vino non sono tuttavia modificati nella loro sostanza. È piuttosto una nuova sostanza che vi si aggiunge, quella del corpo e del sangue di Cristo (consustanziazione). Non avviene nessuna trasformazione delle sostanze (transustanziazione).

Nessuna trasformazione, ma molto più di un semplice simbolo

Ed è su questo punto che i pareri divergono da una confessione all’altra. Alcune Chiese celebrano la trasformazione, per altre, il corpo e il sangue sono considerati simboli. La definizione neo-apostolica della Santa Cena dice: nessuna trasformazione, ma molto più di un simbolo. Il pane e il vino non sono semplici metafore del corpo e del sangue di Cristo: il corpo e il sangue sono piuttosto realmente presenti (presenza reale). Sotto l’effetto della parola di consacrazione, la sostanza del corpo e del sangue di Cristo viene ad aggiungersi a quella del pane e del vino. L’aspetto (l’accidente) della natura della Santa Cena non cambia durante questo atto.

Da quel momento, il Figlio di Dio è realmente presente nella natura della Santa Cena. E vi rimane finché non arriva ai destinatari. La comunità è chiamata a festeggiare la Santa Cena, che ha un’importanza fondamentale, con raccoglimento, nella fede e dedicandosi interamente a Cristo.

 

Fotografie: Jessica Krämer
Autore: Peter Johanning
Data: 29.09.2020
Categorie: Fede