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comunità e distretti

Il ministero (10): Cosa porta la riforma

Più che un lavoro teologico di fondo o più che una gestione strutturale: la riforma della definizione del ministero ha un vantaggio molto concreto – per la direzione della Chiesa, per i fratelli del ministero e per ogni membro individuale della Chiesa.

 
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Ciò che doveva portare il lavoro sulla definizione del ministero era già chiaro in precedenza. Nel Catechismo, la definizione della Chiesa e dei sacramenti era sicuramente definita con precisione, ma la definizione del ministero non era ancora completa. E la Chiesa voleva predisporre la struttura organizzativa in tale modo che corrispondesse alla realtà attuale.

Ciò che questo lavoro ha veramente portato, il sommoapostolo Jean-Luc Schneider lo spiega nel suo video relativo all’introduzione della nuova definizione del ministero. I due motivi vengono confrontati con un quadruplo vantaggio.

Il ministero è chiaramente definito in accordo con la Chiesa e i sacramenti: Gesù Cristo definisce il ministero tramite la sua parola, le sue azioni e la sua natura. Il ministero include i servizi che ne derivano e i poteri necessari per parlare ed agire in nome di Dio. E possiede anche una doppia natura: una natura umana visibile e una natura divina invisibile.

I conducenti di comunità e i responsabili di distretto sono rivalutati: Fino ad adesso, questa funzione importante era trasmessa con una semplice stretta di mano. Durante il mandato, i conducenti di comunità e i responsabili di distretto ricevono oggi, allo stesso titolo degli apostoli di distretto, la benedizione e la santificazione in ginocchio e con l’imposizione delle mani dell’officiante.

La separazione del ministero e della funzione dirigente facilita la direzione generale: La guida della Chiesa come guerriero solitario è un’immagine inconcepibile per il sommoapostolo. Il fatto di rinunciare agli scalini intermediari in vigore fino ad adesso per i ministeri e di concentrarsi su queste cinque entità organizzative (comunità, distretto, distretto di apostolo, area di attività dell’apostolo di distretto e Chiesa mondiale) riduce il cerchio di coloro che decidono, e questo semplifica anche la comunicazione e la posizione di responsabilità.

L’indispensabile flessibilità di oggi consente i mandati e le nomine: Fino ad ora, i cambiamenti di domicilio per ragioni professionali o le fusioni di comunità o di distretti, portavano regolarmente a situazioni ambigue alla conferma dei ministri o all’affidamento di incarichi. Adesso, sarà possibile esercitare delle funzioni dirigenti indipendentemente da un ministero particolare e dunque anche in modo limitato nel tempo.

Dunque, il vantaggio di questi cambiamenti non riguarda più soltanto le funzioni dirigenti, ma coinvolge anche la quotidianità dei servizi divini. Perché, grazie alla separazione del ministero e della gerarchia, i sacerdoti possono per esempio celebrare il servizio divino anche in presenza del conducente della comunità, del pastore o dell’evangelista. Il sommoapostolo ne vede un triplo vantaggio.

I ministri sono protetti da un sovraccarico di lavoro: la preparazione adeguata ad un servizio divino necessita di tempo e di lavoro. Se questo incarico è ben suddiviso, nessuno sarà stressato. Perché i ministri hanno anche una famiglia ed un lavoro.

L’officiante dispone di maggior tempo per prepararsi: Una rotazione dei ministri permette ad ognuno di loro di prepararsi molto prima, in modo più mirato e più approfondito in vista del servizio divino. La qualità del servizio divino ne sarà solo migliorata.

La comunità si arricchisce grazie ad una maggiore diversità di officianti: Ogni fratello del ministero ha le sue caratteristiche. Le ripetizioni costanti presentano il pericolo di stancarsi. Un cambiamento più frequente nel celebrare i servizi divini aumenta l’attenzione e determina nuovi impulsi.

La conclusione del sommoapostolo è la seguente: “Io sono cosciente che si tratta di un cambiamento significativo nella nostra tradizione. Ci vorrà sicuramente tempo per abituarsi. Ma sono assolutamente convinto che questa riforma avrà delle ripercussioni positive sulla Chiesa.”

Abbiamo ora esposto ciò che è il ministero e a cosa serve. Adesso, la domanda che ci si pone è di sapere chi riceve un ministero, come e perché. Queste domande saranno trattate nei prossimi articoli di questa serie.

 

Fotografie: Autthaseth - stock.adobe.com
Autore: Andreas Rother
Data: 24.10.2019
Categorie: Fede